Mai dire phishing: l’unico tentativo di frode che si raggira con il buonsenso

di Dario Denni

Immaginate di essere clienti della Banca di Roma. La mattina, accedendo alla casella di posta elettronica, leggete che il vostro conto è stato bloccato.° 

email phishing

Le reazioni possono essere molteplici. C’è chi, come me, cancella senza dubbio il messaggio.° Non sono cliente della Banca di Roma e comunque una banca non avverte della chiusura di un conto. Semmai, interrrompe i pagamenti. In ogni caso, anche se fossi cliente,° sarebbe impossibile° risolvere la questione on line. (Il post dovrebbe finire qui, ma per il gusto di parlare… andiamo avanti…)

Poi c’è chi inizia a sbagliare, facendo mille congetture° perchè non riesce a spiegarsi° cosa sia successo – magari perchè ha fatto pagamenti alti, fuori copertura, non saprei…. -°  e° giustamente, va in banca a chiedere spiegazioni. Male non fa, di sicuro.

Poi, incredibilmente, c’è pure chi – spinto dalla curiosità  – si legge il testo dell’email, anche se è sgrammaticato e pieno di errori di italiano.° Questo dovrebbe essere un vero campanello d’allarme: si presume che in banca lavorino addetti che abbiano superato la scuola dell’obbligo. In ogni caso, l’email potrebbe essere stata scritta pure da Alessandro Manzoni in persona, con un linguaggio corretto, semplice e comprensibile. Ragione che, semmai,° dovrebbe preoccuparci il doppio, considerato che le banche, di solito, cercano di farsi capire poco -° pur usando un linguaggio da Norme bancarie uniformi.

A questo punto, le strade percorribili vanno oltre la mia immaginazione.

Presumo però che, la vittima° – convinta di accedere al sito della Banca – fa un bel click sul link che si trova all’interno dell’email, e invece finisce dentro un sito molto simile a quello di cui è cliente, ma che gli carpisce i dati di accesso.

A dirla tutta, c’è un altro passaggio, intermedio.° Il malcapitato che crede di essere entrato nel sito della Banca di Roma, non solo non° si accorge di essere finito dentro www slovensky/ ecc ecc ma addirittura immette e digita i suoi dati di accesso, come se dovesse entrare nell’area riservata del suo conto corrente on line. Magari, poi, si stupisce che l’operazione di accesso non produce alcun effetto -°  se non una pagina di errore. E se volete saperla tutta, magari quel cliente è pure uno di quelli che non pagano con la carta di credito su Internet, per paura che gli venga clontata -° (un mito che presto sfateremo).

ESEMPIO:

Passando il mouse, senza toccare i pulsanti, sopra il link, si vede con chiarezza che il sito a cui° saremo collegati cliccando, non appartine alla bancadiroma.it ma a slovenski//ecc/ecc

Lo stesso discorso° vale per Ebay, Paypal e altri servizi simili sul web. Nessuno di questi servizi vi chiederà  mai password o modifiche/conferme di dati personali con una email. Se avete dubbi, al limite, accedete direttamende dal sito della banca° digitandolo sul browser, via web, ma certamente non dal link interno all’email.

Sono convinto che queste regole siano, anzitutto, regole di buonsenso e rappresentano armi validissime per difendersi da molti raggiri compiuti sulla rete.