Media e Minori: come proteggere i bambini su Internet

Torno da Bologna ma – vi giuro – non sono stato al Motor Show.

Ero relatore in un convegno sul tema Media e Minori.

Qualcuno ha cercato di convicermi che il vero problema di oggi è Internet, anche perchè in rete si usa un linguaggio ipotattico invece che paratattico.

La cosa bella è che io sono vissuto in un tempo in cui l’ipotassi e la paratassi si studiavano a scuola insieme al congiuntivo ottativo/desiderativo (e quindi il vecchietto coi capelli bianchi, con me, casca davvero male se vuole usare i paroloni per fare bella figura).

😉

Ho avuto il grande privilegio di parlare per primo… nella sessione pomeridiana, mentre tutti erano assopiti dal classico torpore dopo-pranzo.

Ho sfoggiato il mio nuovo completo gessato a righine rosa (che fa tanto Al Capone), per dire una cosa banalissima:

“Internet è solo uno strumento di comunicazione, dipende dall’uso che se ne fa, decretarne il successo o l’insuccesso”.

Ho spiegato che secondo me media education non significa insegnare ai ragazzi che la tastiera italiana si chiama QWERTY – dal nome dei primi cinque pulsanti che la compongono. A quello ci pensa l’ECDL (.. a proposito: indovinate a che serve trascinare con il pulsante destro fuori da una finestra winzozz?)

😉

Mi sembrava quasi di stare ad una riunione degli alcolisti anonimi. Tutti parlavano esclusivamente delle proprie esperienze personali, familiari, con un tono descrittivo.

Un signore, poveretto, ci ha confessato di ‘presidiare militarmente’ il figlio per non fargli usare il computer. Il rappresentante degli immigrati ci ha pure lui rassicurato di voler dare una mano alla causa.

😉

Una simpatica signora che fa programmi per bambini ed ha evidenti errori di postura (seduta con il piede sinistro sulla sedia, mi sembrava un fenicottero) è convinta che la colpa di tutto sia delle palline di Ikea, dove i genitori abbandonano i figli la domenica.

E’ sicura – me lo ha detto – che io non vedevo i suoi programmi in Rai (‘Sei un tipetto che è cresciuto con Mediaset’). Vivaddio!

Non scherza nemmeno quando chiede da 10 anni un numero gratuito dove i ragazzi possano mandargli gli MMS. Qualcuno la informi che gli MMS sono morti prima di nascere…

😉

Un’altra – pensate – ha detto che a casa sua i genitori le impedivano di vedere la televisione la domenica e che, solo dopo la prima convivenza, ha capito che quella strana era lei…

😉

E’ emerso un dato ALLARMANTE: i ragazzi usano il cellulare per fare mille cose, meno che per telefonare. SCANDALOSO, NEVVERO?

😉

Però una cosa ci può far riflettere, ossia che molti ragazzi hanno già la piena consapevolezza che determinate cose su Internet non si fanno, poi, messi in certe condizioni emotive, di coinvolgimento a vari livelli, si ritrovano direttamente in problematiche piu’ grandi di loro, di cui non discutono a sufficienza ne’ in famiglia, ne’ a scuola.

E’ stato simpaticissimo il moderatore della RAI: mi ha fatto decine di domande e sono convinto che sia davvero l’unico in sala ad aver recepito interamente il mio messaggio. Mi ha perfino ringraziato per aver parlato senza tecnicismi.

“Ma come si impedisce al figlio piccolo di accedere a certi contenuti on line con il PC?”

Niente di piu’ facile:

Basta mettere il proprio account-amministratore sotto password e creare un account riservato al minore, togliendogli tutti i privilegi. Si entra poi browser Opzioni/preferenze, attiva classificazione Sesso/Linguaggio/violenza e il minore è sicuro nella sua navigazione.

Non è difficile, ma i genitori non vogliono farlo convinti che i figli siano piu’ bravi di loro. Che stupidaggine!

I figli hanno solo un po’ di pratica, tutto qua. Se fossero pi๠bravi, saprebbero provvedere a togliersi pure un Hi-jacker dal registro del sistema, se ce ne fosse bisogno.

Hanno solo (poca) pratica.

I genitori/educatori invece, possono (devono) provvedere ad assisterli nella navigazione con pochi semplici accorgimenti.

*AVVISO*

Ho dato la mia disponibilità a tenere un corso di media education nelle scuole della Capitale – a titolo personale e interamente gratuito.

Chi fosse interessato a partecipare all’iniziativa, scriva a dario(at)dariodenni.it