SECOND LIFE: Vademecum per costruirsi una vita virtuale

di Dario Denni

Oggi tutti parlano di Second Life (o solo SL), ma pochi hanno capito cos´è e a che serve. Di solito se ne parla male e anche questo è sbagliato, è frutto di una socratica ignoranza che porta a non conoscere il fenomeno ma a volerne parlare a tutti i costi.

Proviamo a capire " a grandi linee e con un linguaggio semplice " in cosa consiste. Second Life nasce come un gioco, sostanzialmente, ma se ne allontana rapidamente, con sviluppi a volte impensabili. Il funzionamento di base è elementare perché ci si collega al sito ufficiale (www.secondlife.com), si scarica un programma gratuito, lo si installa e ci si connette ad un mondo virtuale in cui ciascuno può decidere chi essere e cosa fare. Poi si sceglie un personaggio (tecnicamente, un Avatar) e gli si dà  un nome e un aspetto. Si sceglie il vestito, il colore dei capelli, le dimensioni di naso, orecchi, addome e gambe. Il cognome invece rientra in una rosa ampia, ma non infinita. Io, ad esempio, sono Dar Dean, in SL, ma ognuno può scegliere un nome a piacimento.

Rimanendo all´aspetto ludico, SL è un luogo virtuale dove si incontra gente di ogni parte del globo. Ci si sposta da una Land all´altra volando, per poi atterrare in un luogo a caso e interagire con chiunque sia, in quel momento, collegato. L´estetica è simile ad un cartone animato moderno – molto ben curato, intendiamoci – e con una grafica da videogioco. I prossimi sviluppi prevedono, addirittura, di poter personalizzare il proprio personaggio, perfino con i tratti somatici veri, in un modo quasi filmico. Per il momento serve solo un buon computer e una connessione ad Internet abbastanza veloce per poter utilizzare SL con soddisfazione. Questi due ostacoli sono oggettivi, ma tre anni fa la barriera maggiore era considerata la lingua inglese, ed in particolare quella scritta nelle chat. Ad esempio: “hi h ‘r u” lo dice una persona quando ti chiede come stai. Ma non credo che oggi sia pi๠un problema, visto che non è strettamente necessario interagire con persone straniere. Tuttora, praticare l´inglese utilizzando SL non è affatto un esercizio sbagliato. E poi, ci sono sempre i Parioli, ossia il posto dove tipicamente si incontrano tutti gli italiani per conversare, ballare, lavorare, vedere un concerto esclusivo ecc.

E´ giusto il caso di ricordare che anche in Second Life girano i soldi e si chiamano Linden Dollar. Essi sono pienamente convertibili in dollari statunitensi, come le fiches di un casinò. E non mi sembra banale che molti stilisti e commercianti abbiano da tempo intercettato enormi possibilità  di guadagno, in questo. La cronaca ci dice che ci sono persone che si sono arricchite ed altre che hanno dilapidato lo stipendio. La verità  come sempre sta nel mezzo ed ai giornali, spesso, piace riportare solo le notizie che incendiano il dibattito, spostandolo poi su argomenti marginali che lo limitano sovente ad un mero giudizio. Che dire, ad esempio, di quel ragazzo che aveva otto computer accesi con otto diverse identità  su Second Life? La prima cosa da chiedersi, semmai, è dove stavano i genitori che gli hanno consentito di stare tutto il giorno seduto davanti ad un pc, collegato in rete. Perché è chiaro che, anche in questi casi, non può mancare la preparazione ed il controllo degli educatori e delle famiglie. Magari i giovanissimi possono essere addirittura pi๠esperti e preparati dei genitori a far fronte a questi fenomeni, ma non di meno questo deve servire da impulso per informarsi meglio. A capire che il pericolo non è nell´uso ma nell´abuso.

L´utilizzo corretto di Second Life non creerebbe, di per sé, alcun problema, ma solo vantaggi e opportunità  di vario genere. Purtroppo però, per non incorrere in certi rischi, che comunque esistono su Internet come nella vita reale, è opportuno imparare a conoscere meglio il mondo della Rete esattamente come la realtà  che ci circonda. Per far questo occorre cautela, educazione, maggior controllo, conoscenza e buon senso. Sono tutti ingredienti utili per cominciare a capire meglio il fenomeno e restano sempre validi riferimenti per orientarsi nel mondo, anche in quello virtuale.