TELECOM EUROPA: IL PROGETTO PER SALVARE TELECOM ITALIA CON FUSIONE A FREDDO CON TELEFONICA

FONTE: DAGOSPIA

Questa mattina all’alba gli uscieri di Telecom hanno letto sul quotidiano
“La Stampa” la vicenda delle Sim “fuorilegge” che è stata scoperta da
Franchino Bernabè con l’aiuto della Guardia di Finanza.

(…)

Finora non è stato dato un nome all’operazione, ma c’è chi l’ha già
battezzata “Telecom Europa” poiché questa è la dimensione entro la quale si
intende configurare il futuro dell’azienda italiana. È un’operazione
originale e complessa al tempo stesso perché prevede la fusione di Telco, la
holding che controlla Telecom, con “La Caixa”, la più grande cassa di
risparmio d’Europa nonché la terza maggiore banca spagnola.

(…)

Il primo livello riguarda appunto la fusione di Telco (che detiene il 22,5%
di Telecom) con “La Caixa”. Da questo merger nascerebbe la nuova creatura
alla quale è stato dato il nome “provvisorio” di “Telecom Europa”. Questa a
sua volta controllerebbe TelecomItalia e le altre attività di Telefonica
sparse per il mondo.

Forse è bene ricordare che l’azienda di Madrid, oltre a detenere il 42,3%
nell’italiana Telco, è presente sui mercati dell’Argentina (con “Telefonica
de Argentina”), Brasile, Cile (con “Telefonica Moviles”), Perù, Colombia
(con il marchio “Movistar”) e molti altri paesi tra cui la Cecoslovacchia,
il Marocco, il Portogallo (è azionista di “Portugal Telecom”) e la Cina dove
detiene il 5% di “China Netcom”.

Se l’operazione di cui si parla nelle segrete stanze della finanza andrà in
porto, gli effetti industriali e politici saranno rilevanti. Innanzitutto
“Telecom Europa” si posizionerebbe tra i principali carrier mondiali delle
telecomunicazioni e finalmente l’azienda, guidata per adesso da Franchino
Bernabè, farebbe quel salto di qualità oltre il mercato domestico nel quale
i conti non si tengono in piedi. E a questo punto non ci sarebbe più bisogno
di lacerarsi le vesti sull’italianità dell’azienda e sullo scorporo della
Rete, un tema sul quale la classe politica si sta spremendo per difendere la
bandiera italiana.

(…)

La benedizione di Berlusconi e del premier spagnolo non chiude il cerchio
dei consensi perché il progetto di “Telecom Europa” deve essere ancora
digerito da Corradino Passera di IntesaSanPaolo che dentro la scatola di
Telco detiene la stessa quota (10,6%) di Mediobanca.

( A SEGUIRE LA VERSIONE INTEGRALE)DAGOSPIA
http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/articolo-12512.htm

Questa mattina all’alba gli uscieri di Telecom hanno letto sul quotidiano
“La Stampa” la vicenda delle Sim “fuorilegge” che è stata scoperta da
Franchino Bernabè con l’aiuto della Guardia di Finanza.

TELEFONINI
L’indagine ha portato a scoprire che a fine 2008 su 28 milioni di carte
prepagate e altri 6,7 milioni in abbonamento, quasi 5,5 milioni di Sim erano
irregolari perché violavano – così scrive il giornale – “il codice delle
comunicazioni elettriche che prescrive di rilevare i dati personali
dell’acquirente di una Sim telefonica”. Gli inquirenti sono partiti dalla
scoperta di schede che giravano nel Veneto già nel 2008 “e a metà luglio i
finanzieri si sono presentati agli uffici di Telecom a Roma per acquisire i
documenti dagli uffici di Golinelli e di alcuni suoi collaboratori”.

FRANCO BERNABÉ
All’inizio di dicembre Golinelli viene sentito come persona informata sui
fatti e il 18 dello stesso mese Golinelli viene licenziato. Franchino, che
dietro l’aria da seminarista di Vipiteno nasconde unghie graffianti, ordina
il controllo sistematico di tutte le schede regolari, e oggi sulla “Stampa”
parla di un lavoro immane che lo ha portato a cacciare il direttore
commerciale con altre 20 persone “compresi alcuni dirigenti”.

ZAPATERO 004 LAP

TELEFONICA
Gli uscieri di Telecom sapevano di questa storia che circolava da tempo
nell’azienda e del lavoro delle 20 procure impegnate nelle indagini, ma in
questo momento la loro attenzione è rivolta al destino complessivo
dell’azienda e alle tante voci che circolano sullo scorporo della Rete,
sulla vicenda tenebrosa di Telecom Argentina e soprattutto sui rapporti con
gli spagnoli di Telefonica.

In tasca hanno conservato le dichiarazioni che all’inizio della settimana ha
fatto Miguel Sebastian, uno dei collaboratori più stretti del premier
Zapatero. Questo Sebastian è un economista che si è laureato a pieni voti
all’Università Complutense di Madrid, una delle più antiche accademie del
mondo fondata nel 1293.

GERONZI – COPYRIGHT PIZZI
Dopo la laurea in Scienze economiche, Sebastian si è specializzato in
politica industriale e nel 2003 è entrato a far parte dei collaboratori più
stretti di Zapatero quando questi era segretario del Partito socialista
spagnolo. Ha fama di uomo brillante al punto che nell’aprile 2008 il capo
del governo gli ha affidato il ministero dell’Industria ed è da questa
poltrona che il 54enne Sebastian ha lanciato un messaggio preciso al governo
italiano. “La Spagna – ha detto il ministro – ha permesso all’Enel di
entrare in Endesa e si è mostrata aperta al capitale italiano. Quindi deve
valere la reciprocità perché noi vogliamo creare la cornice affinché il
settore delle telecomunicazioni sia in espansione in Europa”.

ALBERTO NAGEL E SIGNORA – COPYRIGHT PIZZI
Per gli uscieri di Telecom, che non perdono tempo dietro le candidature
della Polverini e di Nichi Vendola, il richiamo all’Europa e alla
reciprocità esprime con esattezza lo spirito del progetto segreto che
circola in questi giorni tra Milano e Roma sul futuro di Telecom.

STEFANO PARISI
A quanto si sussurra negli ambienti finanziari le linee di questo progetto
sono state tracciate da Cesarone Geronzi, il presidente di Mediobanca che
più soffre per la svalutazione del titolo Telecom e per lo stallo
industriale e manageriale dell’azienda. A Piazzetta Cuccia il dossier è
nelle mani del pallido Alberto Nagel, ma sul nuovo progetto di stampo
europeo, che fa piazza pulita di tutte le chiacchiere circolate negli ultimi
mesi, sembra che si sia aggiunto l’apporto tecnico di Stefano Parisi e di
altri esperti di telecomunicazioni.

MEDIOBANCA
Finora non è stato dato un nome all’operazione, ma c’è chi l’ha già
battezzata “Telecom Europa” poiché questa è la dimensione entro la quale si
intende configurare il futuro dell’azienda italiana. È un’operazione
originale e complessa al tempo stesso perché prevede la fusione di Telco, la
holding che controlla Telecom, con “La Caixa”, la più grande cassa di
risparmio d’Europa nonché la terza maggiore banca spagnola.

Questa entità, nata nel luglio 1990, detiene partecipazioni importanti in
società strategiche spagnole, tra cui Abertis con il 20,9%, Gas Natural per
il 35,5% e Telefonica, l’azienda guidata da César Alierta dove il pacchetto
tra le mani de “La Caixa” tocca il 5,48% (una quota che la colloca al
secondo posto tra gli azionisti dopo il Banco Bilbao).

CESAR ALIERTA TELEFONICA

GRUPPO PRISA
Gli uscieri di Telecom sono in grado di dare altri dettagli sull’idea
partorita nelle stanze di Piazzetta Cuccia, e che si dovrebbe completare non
prima dell’estate su tre livelli distinti.
Il primo livello riguarda appunto la fusione di Telco (che detiene il 22,5%
di Telecom) con “La Caixa”. Da questo merger nascerebbe la nuova creatura
alla quale è stato dato il nome “provvisorio” di “Telecom Europa”. Questa a
sua volta controllerebbe TelecomItalia e le altre attività di Telefonica
sparse per il mondo.

BERLUSCONI-ZAPATERO-REY
Forse è bene ricordare che l’azienda di Madrid, oltre a detenere il 42,3%
nell’italiana Telco, è presente sui mercati dell’Argentina (con “Telefonica
de Argentina”), Brasile, Cile (con “Telefonica Moviles”), Perù, Colombia
(con il marchio “Movistar”) e molti altri paesi tra cui la Cecoslovacchia,
il Marocco, il Portogallo (è azionista di “Portugal Telecom”) e la Cina dove
detiene il 5% di “China Netcom”.

BAZOLI
Se l’operazione di cui si parla nelle segrete stanze della finanza andrà in
porto, gli effetti industriali e politici saranno rilevanti. Innanzitutto
“Telecom Europa” si posizionerebbe tra i principali carrier mondiali delle
telecomunicazioni e finalmente l’azienda, guidata per adesso da Franchino
Bernabè, farebbe quel salto di qualità oltre il mercato domestico nel quale
i conti non si tengono in piedi. E a questo punto non ci sarebbe più bisogno
di lacerarsi le vesti sull’italianità dell’azienda e sullo scorporo della
Rete, un tema sul quale la classe politica si sta spremendo per difendere la
bandiera italiana.

CORRADO PASSERA
A quanto si dice il progetto è già stato sottoposto e approvato dal
Cavaliere di Arcore e dallo stesso Zapatero che si trova alle prese con una
crisi economica mostruosa e ha assistito inerte alla conquista da parte di
Mediaset di “Rete Cuatro”, il canale televisivo che stava in grembo al
Gruppo Prisa di sinistra, proprietario del quotidiano “El Pais”.

MIGUEL SEBASTIAN
La benedizione di Berlusconi e del premier spagnolo non chiude il cerchio
dei consensi perché il progetto di “Telecom Europa” deve essere ancora
digerito da Corradino Passera di IntesaSanPaolo che dentro la scatola di
Telco detiene la stessa quota (10,6%) di Mediobanca. E mentre qualcuno si
chiede quale sarà la sorte di Franchino Bernabè nella nuova “cornice”
dell’azienda finalmente multinazionale, c’è chi scommette che solo un’intesa
tra i due Grandi Vecchi Geronzi e Bazoli potrà dare semaforo verde a
un’operazione così ambiziosa.